La Fibromialgia, cure e trattamento di una malattia reumatica riconosciuta solo in tempi recenti
La fibromialgia è una malattia cronica che provoca dolore diffuso, debolezza muscolare con una stanchezza sproporzionata rispetto allo stimolo, astenia costante e in ultima analisi rigidità muscolare. Si associano anche problemi di insonnia, di memoria ed alterazioni del tono dell’umore.
Si tratta di una patologia sconosciuta fino a non molti anni fa, infatti non la ritroviamo nei trattati di medicina più o meno recenti. Sono stati fatti parecchi studi epidemiologici ed è emerso che colpisce principalmente (circa il 80-90%) le donne, secondo alcune stime tra i 20 e i 55 anni, secondo altre tra i 40 e i 60 anni. Questa malattia può presentarsi gradualmente e aggravarsi nel tempo oppure comparire dopo un evento scatenante come un trauma fisico, un’infezione o uno stress psicologico grave.
Le cause non sono note a tutt’oggi. Si ritiene che sia una patologia multifattoriale, dove fattori ormonali, genetici, infettivi, traumi fisici e psicologici possano contribuire alla sua insorgenza. Secondo un’ipotesi abbastanza sostenuta sarebbe compromesso il modo in cui il cervello processa il dolore. Si è visto che i soggetti che soffrono di fibromialgia hanno una soglia del dolore più bassa della norma a causa di un aumento della sensibilità cerebrale agli stimoli dolorosi. Secondo altre teorie sarebbe sostenuta da un’infiammazione delle piccole fibre periferiche. In genere, però, in corrispondenza dei tessuti molli, dei muscoli, dei tendini e dei legamenti non si riscontrano elementi di natura infiammatoria.
Dal punto di vista sintomatico avvertono dolore diffuso al mattino misto a rigidità, facile affaticamento e un riposo che non da alcun ristoro. A questo si associa stanchezza nell’arco della giornata, turbe del sonno, della memoria e dell’umore, forte sensibilità a rumori, luci e odori, sintomi viscerali, con complicazioni psicologiche rappresentate da depressione e ansia.
Dal punto di vista sintomatologico, come ho accennato prima, è caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso, da astenia associata ai cosiddetti tender points, cioè da punti molto dolorosi alla digitopressione presenti in numero all’incirca di 11-18. Questi punti non sono casuali, al loro livello si possono rinvenire regioni di contrattura o alterazioni dell’anatomia grossolana del muscolo.
Il dolore è un’esperienza sgradevole sensoriale ed emotiva associata ad un danno tissutale reale e potenziale. Esso viene elaborato attraverso quattro meccanismi principali: trasduzione, trasmissione, modulazione e percezione.
All’inizio il dolore viene descritto con formicolii, intorpidimento e bruciore che parte dalle scapole, testa, collo, torace, lombi. E’ sordo e continuo e tende a migrare da una zona all’altra del corpo. Questa sintomatologia è aggravata da fattori ambientali come umidità, pioggia, cambiamenti improvvisi del clima o da stress fisici come attività quotidiane o lavorative troppo routinarie o ancora dal mantenimento di una postura eretta per un tempo troppo lungo o da una sedentarietà prolungata, allo stesso modo hanno notevole peso gli stress emotivi. La terapia di questi soggetti, che in genere impiegano quasi 5 anni per ottenere una diagnosi perché non esistono esami di laboratorio specifici e i prelievi spesso si basano sulla esclusione di altre patologie come ad esempio reumatologiche come il lupus eritematoso sistemico o l’artrite reumatoide, non si basa solo su un uso sapiente e non invasivo dei farmaci ma anche sull’approccio psicoterapico. È di grande aiuto per il tipo di patologia la psicoterapia cognitivo-comportamentale, perchè insegna al paziente con fibromialgia a gestire una patologia che crea una compromissione psicologica non indifferente. Il dolore, infatti, non rende possibile un sonno ristoratore che di conseguenza influenza la conduzione di una vita normale, bensì la sindrome del sonno senza riposo facilita l’insorgenza di ansia e depressione. La riduzione e conseguente estinzione di questi sintomi migliora la salute generale del soggetto. L’approccio cognitivo tende a modificare lo stile di vita sia pregresso che attuale favorenti il dolore, sia successivi all’insorgenza della patologia e collaboranti al suo mantenimento nel tempo. In tal senso lavorare in èquipe è fondamentale, infatti favorire l’alleanza terapeutica tra paziente e fisioterapista favorisce un buon risultato del progetto riabilitativo. In psicoterapia l’utilizzo di biofeedback associato al rilassamento muscolare di Jacobson porta ad una diminuzione del dolore. Il circolo virtuoso innescato dall’associazione tra tecniche dolci di esercizi fisici e il biofeedback opera sui recettori sensitivi, muscolari e articolari. L’intervento incide anche sul sistema neurofisiologico attraverso il coinvolgimento dei circuiti neuronali preposti all’organizzazione del movimento. Gli esercizi più consigliati sono il cammino, la corsa lenta, l’aerobica e il nuoto secondo una media di 3-4 volte a settimana. Il soggetto progressivamente si appropria di una postura corretta con un adeguato stile gestuale come conseguenza di una successione complessa ed articolata di una sequenza di interventi, ma tali da garantire un ruolo attivo, consapevole e cosciente al paziente.
Altro ruolo sul piano comportamentale della psicoterapia consiste nell’analisi dei bisogni gestuali della persona in funzione del suo lavoro e del suo stile di vita, in modo da definire una gestualità più compatibile e migliorare la qualità di vita del soggetto. Si procederà dopo all’analisi più accurata della storia di vita e del livello più profondo dell’individuo al fine di storicizzare eventuali traumi o periodi difficili vissuti dal soggetto.
Giacoma Cultrera