La Discalculia
Un deficit sempre piuttosto diffuso nell’infanzia e molto problematico è la discalculia. Il disturbo matematico consiste in delle capacità di calcolo del soggetto inferiori all’età cronologica, al livello intellettivo ed alla scolarità del bambino.
Infatti, così come afferma Temple la discalculia evolutiva è un disturbo delle abilità numeriche ed aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale che non hanno subito lesioni cerebrali.
Studi più approfonditi sono stati condotti solo in epoca recente: si ritiene, infatti, che bambini in età scolare presentino disturbi di calcolo per una percentuale del 6 -7%.
Piaget ha sempre ritenuto che le abilità aritmetiche venissero acquisite un po’ più tardivamente rispetto alle altre per la necessaria maturazione di alcuni presupposti cognitivi come l’ordinamento seriale, l’inclusione in classi, la corrispondenza biunivoca. Comunque, le disquisizioni teoriche sono fino ad oggi molto aperte e continuano a sostenere posizioni diverse.
Gli atteggiamenti terapeutici più equilibrati mantengono una posizione intermedia, poiché si ritiene che le capacità di calcolo siano basate su competenze modulari, ma è anche vero che la manifestazione clinica si declina nei vari casi in modo molto differente in rapporto al profilo neuropsicologico del singolo soggetto.
In genere si distinguono tre tipi di discalculia:
- Difficoltà nella rappresentazione e recupero dei dati aritmetici dalla memoria semantica.
- Difficoltà nell’esecuzione delle procedure.
- Difficoltà legate a problemi visuo-spaziali.
Non dimentichiamo che nel trattamento di questi bambini riscontreremo molte correlazioni tra i disturbi di calcolo e le difficoltà di lettura, anche se da un punto di vista neuropsicologico fino ad oggi sappiamo che i numeri costituiscono un dominio lessicale autonomo del linguaggio.
Il sistema di calcolo, al quale facciamo riferimento nel caso delle discalculie è costituito da tre componenti necessarie per elaborare il sistema numerico.
- I segni delle operazioni (addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione).
- Le procedure di calcolo (prestito, riporto, incolonnamento et al.).
- I “fatti aritmetici”, cioè la possibilità di soluzione senza ricorrere alle procedure.
Dallo studio di pazienti adulti, che ovviamente non sono stati trattati e che non hanno risolto il problema, si è evinto che i tre sottosistemi sono relativamente indipendenti nella loro funzionalità. Molte ricerche (Temple, 1989,1991) hanno messo in evidenza che con molta probabilità il sistema dei numeri ed il sistema di calcolo sono funzionalmente dissociabili.
Nella lettura dei numeri il disturbo si può manifestare come errore semantico sia per il simbolo arabo che per quello alfabetico, quando, invece, è compromesso il sistema di calcolo sembrano essere compromessi i fatti aritmetici.
La ricerca ha ampiamente dimostrato come ci possiamo ritrovare con capacità attentive, mnestiche, linguistiche buone, accompagnate nello stesso tempo da difettualità del sistema di calcolo. Ciò non toglie che le componenti cognitive abbiano un peso rilevante, in quanto sia la memoria di lavoro che la velocità di elaborazione di un dato e altre componenti concettuali hanno un ruolo importante nell’economia della discalculia.
Le competenze matematiche si fondano su due fenomeni funzionali.
- Il contare, che si basa sulle categorie individuate da Piaget: corrispondenza biunivoca, ordinamento, cardinalità, indipendenza ordinale e astrazione.
- La memoria, però è doveroso sottolineare che ancora non è ben chiaro se è più coinvolto il registro verbale o visuo-spaziale della memoria semantica.
I bambini discalculici mostrano un recupero mnestico molto scadente e capacità aritmetiche piuttosto ridotte proprio perché i sistemi procedurali aritmetici sono lenti, immaturi, poco precisi.
I soggetti che hanno difficoltà nell’uso delle procedure presentano anche un difetto dello sviluppo del concetto di numero e si collocano ai livelli inferiori nei questionari che valutano il quoziente di intelligenza della persona.
I difetti delle procedure, in quanto legati all’esperienza ed alla cultura, presentano molte vie di compenso strategico a livello cerebrale, per cui risultano correggibili in tempi brevi e con interventi mirati alla lettura dei numeri, scrittura dei simboli, ripetizione dei numeri, moltiplicazioni a mente, somme e sottrazioni entro la decina, calcolo scritto e così via.
I training si basano sul conteggio verbale, conteggio di oggetti, lettura e scrittura di numeri, centinaia, decine, unità, numeri ordinali, problemi, trasformazione (esempio parola-numero in cifra), strategie, procedure, stima quantitativa, memorizzazione dei fatti aritmetici.
Esistono anche software che permettono lo sviluppo di diverse aree implicate nel calcolo. Essi offrono la possibilità di lavorare sull’abilità di rappresentare, manipolare quantità numeriche approssimative in formato simbolico non verbale. Questo tipo di intervento apre la possibilità di sviluppare ed incrementare l’associazione tra numero e spazio a livello cerebrale; oppure contemplano forme di gioco che accrescono i livelli di attenzione e concentrazione o ancora altri software agiscono sulle strategie di addizione e sottrazione tramite gioco.
Un altro software messo a punto ha come obiettivo il miglioramento della rappresentazione mentale del numero, l’automatizzazione dell’accesso alla linea mentale dei numeri e la comprensione dei concetti di ordinalità di numero, di stima aritmetica e di abilità di grandezza.
Secondo una nuova teoria l’Embodied Cognition la percezione deve essere considerata parte integrante del sistema senso-motorio e l’incremento delle prestazioni matematiche è dato dall’associazione tra l’apprendimento cognitivo numerico e la rappresentazione spaziale basata sul corpo. Un esempio è dato dall’utilizzo della linea dei numeri, che permette una migliore comprensione dell’effettiva distanza tra la grandezza dei numeri. I bambini, infatti, per indicare numeri maggiori devono camminare più a lungo sulla linea dei numeri e questo è un esercizio potente dal punto di vista spaziale che fa comprendere al meglio il confronto tra le grandezze numeriche, poiché c’è un raffronto immediato con il movimento del corpo e, quindi, con i sistemi di grandezza nella spazialità.
Quelli citati sono solo brevi esempi di trattamenti, effettuati in ambito cognitivista e post-cognitivo, di una patologia ancora in parte inesplorata. Certamente affidarsi ad un terapeuta cognitivista competente permette di superare molti dei limiti iniziali e di armonizzare un percorso di crescita che può essere compromesso per sempre, il medesimo sarà in grado di coordinare in modo efficace l’intervento riabilitativo sia presso l’ambiente scolastico che in ambito familiare.
Giacoma Cultrera
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