Psicoterapia
La psicoterapia cognitiva può rappresentare una risposta alla ricerca di una strategia psicoterapeutica non riduttiva che prenda in considerazione l’etereogeneità dei disturbi psicopatologici esistenti in campo psicologico.
Si tratta di un approccio ampio che prende in considerazione fattori biologici, psicologici, sociali, culturali che possono influenzare la predisposizione di un soggetto allo sviluppo della psicopatologia psicologica, ma valuta anche la continua interazione tra uomo e ambiente. Ad esempio ci sono soggetti che fanno uso regolare di droghe anche leggere e si avviano su un percorso doloroso ma limitato alla dipendenza con tutto quello che comporta, altri sotto influenza di un certo tipo di ambiente sono indotti a provare e dopo non molto tempo dall’uso sviluppano o attacchi di panico o in modo più devastante delle vere e proprie psicosi.
Si tratta di un metodo che ormai ha sviluppato criteri di obiettività scientifica per il monitoraggio dei risultati, permettendo studi su vasta scala della validità del metodo applicato. Pensate ai cardiopatici trattati con biofeedback, dove con statistiche alla mano, è stato ampiamente dimostrato l’utilità del trattamento che porta ad una riduzione della quantità dei farmaci cardiologici, migliorando la vita del soggetto.
La psicoterapia cognitiva deve essere un percorso consapevole, dove si concordano insieme gli obiettivi da raggiungere attraverso tecniche verbali e tacite, che hanno come obiettivo immediato l’eliminazione dei sintomi. Pianificato il tipo di intervento durante la prima visita, lo psicoterapeuta lavorerà sempre insieme al paziente fino al raggiungimento dell’obiettivo finale, che è la restituzione ad una sua integrità psicologica con conseguente reinserimento sociale e lavorativo.