La musica e gli effetti terapeutici prodotti

Il suono può essere considerato un organizzatore delle nostre esperienze precoci, sia dal punto di vista ontogenetico che filogenetico. È stato ipotizzato che agli albori dell’evoluzione il genere umano abbia usato il suono vocale come segnale di richiamo e di risposta. Il suono può essere utilizzato come un mezzo comunicativo per segnalare la propria posizione.

Si può dire che si è creato un legame tra suono e comunicazione lungo il cammino evolutivo e culturale percorso dall’uomo in un periodo di milioni di anni. Questo percorso si sintonizza con quello che ciascun essere umano sviluppa nel suo periodo di permanenza nel mondo. Solo quando l’uomo raggiunge una sintonia di funzionamento coordinato e complesso tra le reti neurali delle diverse aree cerebrali riesce ad esprimere una forma esteriore coerente che può essere rappresentata dal linguaggio o da modalità espressive artistiche come la musica o la pittura.

La musica consiste nell’ideazione e realizzazione di suoni, di timbriche e di silenzi nel corso del tempo e dello spazio. Diventa arte nel momento in cui il complesso di norme pratiche atte a conseguire determinati effetti sonori nell’ascoltatore viene realizzato ma al contempo devono riuscire ad esprimere anche l’interiorità dell’individuo che produce la musica.

La musicoterapia è la disciplina che usa la musica come strumento terapeutico nel trattamento di disturbi fisici, cognitivi e mentali. Essa ha dimostrato un certo successo terapeutico in applicazioni cliniche che riguardano soggetti affetti da disturbi psicologici, anche se non sono state ancora prodotte ricerche standardizzate che dimostrino una forte significatività statistica.

Lo scopo principale dei programmi di riabilitazione per i pazienti psichiatrici è quello di ridurre le conseguenze della psicosi ed evitare gli effetti della cronicità. Secondo questa concezione il processo riabilitativo comincia con la individuazione delle singole difficoltà e procede con l’integrazione dei pensieri, delle emozioni e la verbalizzazione degli elementi interiori. Questo programma riabilitativo con utilizzo della musica è soprattutto indicato in soggetti che soffrono di schizofrenia con sintomi negativi. L’approccio non è ovviamente risolutivo, però ha permesso in casi difficili di potere dischiudere alcuni processi interiori bloccati. In questo tipo di pazienti la musicoterapia si rivela efficace nel ridurre indirettamente alcuni sintomi negativi accanto all’ansia e alla difficoltà di comunicare sia sul piano esplicito che tacito.

La bioacustica studia le proprietà fisiche del suono e il modo in cui questo viene interpretato dal nostro orecchio e dal cervello. Le scienze sociali studiano come l’uomo si comporta nei confronti del suono e come i suoni e i rumori modifichino il suo comportamento. Questi elementi sono enormemente compromessi nei pazienti. Dalle arti e dalla musica apprendiamo come l’uomo possa creare dei paesaggi sonori ideali per un’altra vita, quella dell’immaginazione e dell’universo intrapsichico. Oggi la dimensione umana del giardino interiore non esiste specialmente per chi intenda cercare uno spazio di pace e di silenzio, dove sia consentito l’ascolto dei suoni della natura.

Il paesaggio sonoro del mondo sta cambiando. L’universo acustico in cui vive l’uomo moderno è radicalmente diverso da ogni altro che l’ha preceduto, a causa dei suoni e dei rumori nuovi, di qualità e intensità diversa da quelli del passato.

L’inquinamento acustico rappresenta oggi un problema mondiale e il paesaggio sonoro sembra avere raggiunto il massimo della saturazione che si teme possa portare ad una sordità universale. Il rumore è una vera barriera sensoriale e provoca danni uditivi ed extrauditivi. In tutto questo le offese alle attività mentali sono considerevoli e spesso irreversibili.

La musica a livello subcorticale influenza i ritmi fisiologici. È stato dimostrato che soggetti con battito cardiaco accelerato lo rallentano facendo ascoltare loro delle ninnenanne.

La musica stimola le emozioni nell’uomo con motivi conduttori, che agiscono da evocatori in forma più o meno cifrata. Il talamo e il sistema limbico nel suo insieme rappresentano le strutture cerebrali che svolgono un ruolo centrale nella regolazione delle emozioni. La risonanza interna che un pattern musicale può evocare, scatenando emozioni che coinvolgono intensamente la vita interiore del soggetto, presuppone un’elaborazione superiore della musica che interessa le aree corticali e le loro intense connessioni con il sistema limbico. La musica è strettamente connessa con le funzioni del linguaggio, infatti dal un punto di vista psicopatologico i ritardi nelle funzioni musicali sono connessi a inibizioni psicomotorie come la parola e il linguaggio. Non dimentichiamo in fondo che da un punto di vista anatomo-funzionale nel lobo temporale i centri del linguaggio e della musica sono ravvicinati.

Il senso dell’armonia si basa sulla capacità, biologicamente fondata, di estrarre da un accordo un singolo suono che concordi con quello che è definito “suono fondamentale” (altezza tonale virtuale). Questa capacità percettiva richiede una particolare capacità di astrazione: di fatto, l’altezza tonale virtuale non viene realmente fornita nell’accordo eseguito.

Tutte le esperienze pilota condotte hanno dimostrato come il monitoraggio psicofisiologico durante l’ascolto di brani musicali permette di raccogliere un insieme di dati e di depurare meglio ciò che funziona in senso terapeutico. Ci sono degli effetti a livello cardiovascolare che dipendono dalle caratteristiche timbriche della musica. I soggetti, comunque, facenti parte di un gruppo non mostrano mai una risposta univoca.

Secondo un’ottica costruttivista questo ce lo spieghiamo, perché la risonanza emotiva del brano, a prescindere dai parametri intrinseci alla struttura musicale, è riconducibile anche alla ricostruzione ideale che ne fa il singolo soggetto. Ciò ci suggerisce la registrazione sistematica psicofisiologica nelle applicazioni musicoterapiche, soprattutto nelle patologie psichiatriche dove l’oscillazione della variabilità può essere di gran lunga superiore.

                                         Giacoma Cultrera

L’immagine di copertina è stata tratta da unsplash.

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