La scrittura e il mancinismo
E’ stato ipotizzato che l’uomo nel paleolitico, sviluppando una maggiore attività di precisione dal punto di vista manuale, abbia cominciato ad abbandonare la destra perché più debole. Nello stesso periodo la lateralizzazione cerebrale era presumibilmente allo stadio iniziale e alcuni studiosi (Schick, Toth) si sono interrogati su quanto la manualità abbia contribuito a determinare la dominanza cerebrale.
E’ stata constatata una maggiore frequenza di casi nelle famiglie di mancini: la percentuale dei mancini è del 2%; se uno dei genitori è mancino essa sale al 17%; se entrambi lo sono sale al 46%. Sono state avanzate teorie legate ad una componente genetica ed ereditaria; esse sembrano essere suffragate dalla presenza del riflesso tonico del collo, già visibile allo stadio fetale: il bambino gira la testa sempre dallo stesso lato e quando questo movimento è brusco le membra di tale lato si estendono, mentre quelle del lato opposto si flettono. A venti settimane circa il riflesso scompare, ma la preferenza manuale è già stata affermata. La valutazione del mancinismo è complessa e deve essere fatta attraverso un esame accurato della motricità del bambino.
Più il mancinismo è fortemente determinato, più precocemente si manifesta, non tanto nella frequenza dei movimenti, quanto nella loro precisione. Pare che la dominanza oculare si affermi prima di quella manuale.
Il vero riconoscimento sinistra-destra avviene intorno ai sei- sette anni dopo un lento processo. Elia De Cyon nel 1877 dimostrò che la rappresentazione dello spazio nelle sue dimensioni si forma nel cervello grazie all’eccitazione delle terminazioni nervose localizzate nei canali semicircolari. A tale immagine dello spazio vengono successivamente riferite tute le percezioni, soprattutto della vista e del tatto, consentendoci di localizzarle.
Grazie a Piaget sappiamo che tutto quello che l’uomo ordina nello spazio attorno a sé è una conquista dell’esperienza.
La dimostrazione dell’esistenza dei “centri del linguaggio” si deve al genio di Paul Broca, l’ulteriore approfondimento condotto da Carl Wernicke portò a nuove sconcertanti scoperte. Wernicke che aveva condotto molte ricerche sull’afasia sensoriale (incapacità di comprendere il linguaggio) la collegò a lesioni dell’area temporale posteriore della corteccia. La zona preposta alla scrittura dovrebbe trovarsi nell’emisfero sinistro, dove è in comunicazione con le aree acustiche, motorie, visive, attraverso il corpo calloso che permette una trasmissione di dati.
Si è visto che non necessariamente l’emisfero preposto al linguaggio è quello che controlla la mano dominante. Infatti vi sarebbe una buona percentuale di mancini che utilizzano l’emisfero sinistro come dominante nel linguaggio. Ciò che contraddistingue i mancini sarebbe una maggiore elasticità cerebrale per la capacità sviluppata di utilizzare entrambi gli emisferi. Sembra anche che questa loro flessibilità li metta in condizione di recuperare più rapidamente le funzioni in caso di lesioni cerebrali. Il fatto di essere abituati a usare entrambi gli emisferi rende più facile alla parte illesa di assumere le funzioni di quella danneggiata.
Quando il bambino mancino si cimenta con la scrittura continua ad usare la mano sinistra come ha già fatto prima con il disegno. Il bambino incontra tutta una serie di difficoltà dal rifiuto dei compagni, alla negazione del problema da parte dei genitori a una serie di difficoltà neuromotorie. Se lo osserviamo ci accorgiamo che tutto il suo corpo è impegnato, il movimento della mano è accompagnato da movimenti inutili, le sincinesie. Egli estrae la lingua, oscilla il corpo, contrae la mano destra, inclina la testa avvicinandola al foglio, spesso appoggia il mento alla mano. Nel difficile compito di procedere al contrario traccia lettere in diversi frammenti successivi. La mano viene sollevata ripetutamente dal foglio per leggere e controllare l’esattezza di ciò che si è scritto. Spesso prendono l’abitudine di inclinare la mano perché i loro educatori sono destrimani oppure inclinano il foglio, ponendolo nella posizione contraria e simmetrica rispetto a quella adottata dai destrimani. In questo modo la mano viene a trovarsi sotto il rigo rendendo così visibile ciò che si scrive.
Sicuramente la ragione principale delle difficoltà che il mancino incontra nell’apprendimento della scrittura va ricercata nella direzione sinistra-destra adottata dal nostro mondo calligrafico. Per chi scrive con la mano sinistra la direzione più naturale sembrerebbe quella opposta, da destra a sinistra. Ai mancini riesce estremamente facile la lettura da destra a sinistra. E’ altrettanto vero che entro gli otto anni il mancino riesce ad apprendere la direzione destrorsa.
I modelli di scrittura adottati nei Paesi Occidentali sono il risultato della storia delle loro trasformazioni, che è la storia stessa dell’uomo.
Ha scritto A. Gallo “La tradizione dei suoi simboli continua attraverso esecuzioni di singole persone, le quali inconsciamente determinano progressi, contaminazioni e decadenze. Di qui il valore sociale che assumono i prodotti personali in rapporto ai singoli idiomi”.
Giacoma Cultrera
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